Nel settembre 2012 il Tar del Veneto reintegrava nel proprio posto di lavoro uno dei Carabinieri accusati di aver partecipato allo stupro consumatosi nella caserma del Quadraro nel 2011.
Dopo l’accaduto e le conseguenti accuse elevate nei confronti dei Carabinieri presenti quella notte e colpevoli, secondo la donna, di una vera e propria violenza di gruppo, l’Arma aveva iniziato una procedura disciplinare che aveva portato al congedo, tra gli altri, di Cosimo Stano. Tuttavia, il Tar del Veneto consentiva allo stesso di essere reintegrato in servizio.
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Il 12 settembre 2015, dopo alcune ricerche svolte dai Carabinieri del luogo, è stato arrestato a Rocca di Papa un uomo di 49 anni, di nazionalità romena, residente presso la dependance di una villa del posto, ove lavorava come giardiniere.
L’uomo, accusato di tentata violenza sessuale, successivamente alla chiamata del 112 da parte della vittima, è stato immediatamente tradotto presso la casa circondariale di Velletri, per essere sottoposto alla convalida dell’arresto e alla successiva applicazione della custodia cautelare in carcere.
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L'Avvocato Buccilli ci racconta la tragica morte di una donna di 38 anni, Lara, presso l’ospedale San Giovanni Addolorata di Roma, deceduta mentre dava alla luce tramite parto cesareo la sua terza figlia. Qualcosa è andato storto, si è diffusa ampiamente un’emorragia che ha messo fine alla vita di una giovane donna.
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Con sentenza del luglio 2014, il Tribunale di Roma condannava un quarantenne di origini algerine alla pena della reclusione per anni 3 e mesi due.
L’accusa contestata era quella di aver tentato di sottrarre un cellulare al legittimo proprietario, estraendolo dalla sua tasca mentre il soggetto si trovava su un mezzo pubblico, ossia sul treno della metropolitana.
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Nel settembre 2015 il Tar del Lazio ha confermato il provvedimento con cui il 21 novembre 2013 il Commissario Prefettizio Enzo Caporale aveva disposto la chiusura di un asilo di Grottaferrata.
Secondo quanto riportato nel superiore provvedimento, giudicato legittimo e pertanto confermato dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, nelle aule destinate ad accogliere i bambini erano state riscontrate carenze igienico – sanitarie che ne mettevano in pericolo la salute stessa, nonché una scarsa attività di adattamento dei locali alla destinazione cui erano preposti.
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Nel febbraio 2015 la quinta sezione penale della Corte di Cassazione confermava la condanna a colui che è stato ribattezzato come il Madoff dei Parioli, ossia Gianfranco Lande, riconosciuto colpevole del reato di associazione a delinquere finalizzata all’abusivismo finanziario, con un danno per i celebri clienti pari a circa 300 milioni e condannato a sette anni di reclusione.
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La I Corte d’assise d’appello di Roma, che vanta tra i suoi componenti il noto scrittore, oltre che magistrato, Giancarlo De Cataldo, nel marzo 2015 confermava parzialmente la condanna inflitta dalla Corte d’assise di Roma a Lucrezia Varesi, donna oggi cinquantasettenne di Lanuvio, colpevole di aver ucciso il marito a coltellate. La pena ridotta a dieci anni, per l’attenuante di aver agito in stato d’ira determinato da fatto ingiusto altrui.
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Già da giugno 2015 sono cominciate ad arrivare le prime condanne definitive per le decine di persone che si erano rese responsabili degli scontri del 15 ottobre 2011 nel corso di una manifestazione che partiva da Piazza della Repubblica per arrivare poi a concludersi a San Giovanni.
La scorsa estate la Cassazione ha infatti confermato le condanne in appello nei confronti di Davide Rosci, Cristian Quatraccioni e Mauro Gentile, apportando una lieve riduzione di pena in conseguenza del riconoscimento delle attenuanti generiche.
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Dopo anni di immobilismo, 1200 detenuti di Rebibbia hanno firmato e presentato una petizione affinché una donna detenuta, A.F., sia scarcerata il prima possibile a causa di una patologia psichiatrica da cui è affetta da almeno venti anni, che rende la sua permanenza presso il carcere altamente pericolosa per la sua salute e gli altri detenuti.
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Nel febbraio 2010 i Carabinieri di Colonna procedevano all’arresto di due persone di nazionalità romena, madre e figlio rispettivamente di 43 e 18 anni, i quali venivano scoperti a gestire una vera e propria prigione per ragazze, in cui costringevano giovani donne alla prostituzione; il capo famiglia al momento dell’arresto riusciva a darsi alla fuga.
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