Grottaferrata: quando l’asilo non tutela i nostri figli

Grottaferrata asilo chiusoNel settembre 2015 il Tar del Lazio ha confermato il provvedimento con cui il 21 novembre 2013 il Commissario Prefettizio Enzo Caporale aveva disposto la chiusura di un asilo di Grottaferrata.

Secondo quanto riportato nel superiore provvedimento, giudicato legittimo e pertanto confermato dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, nelle aule destinate ad accogliere i bambini erano state riscontrate carenze igienico – sanitarie che ne mettevano in pericolo la salute stessa, nonché una scarsa attività di adattamento dei locali alla destinazione cui erano preposti.

Affidare i nostri bimbi: la competenza delle maestre non basta

Ogniqualvolta si affidano i bambini a istituti, a ludoteche o asili di ogni genere, si fa una gran fatica a riporre una così grande responsabilità, che è quella di badare ed occuparsi dei nostri piccoli, in terze persone che non sappiamo se si dimostreranno all’altezza.

Certo, oggi più che mai le maestre, anche quelle d’asilo, devono essere competenti e preparate, essendo richiesto anche il conseguimento di un titolo di laurea per poter accedere a tali strutture. Ma è anche vero che questo non sempre è sufficiente a porre al riparo i bambini da rischi per la loro salute sia mentale che fisica. Accade ogni giorno di sentire storie da brividi in merito a maestre tutt’altro che amorevoli, così come spesso accade che strutture destinate ad accogliere gli iscritti ad un asilo non siano adeguatamente attrezzate per tale tipologia di accoglienza.

Gli ambienti devono essere adeguati e sicuri

È necessario disporre di stanze, di materiali e di suppellettili che siano sotto ogni profilo, ivi compreso quello architettonico, adatti ai più piccoli, i quali devono poter correre e giocare in tranquillità, senza correre il minimo pericolo di procurarsi delle lesioni. In particolare, le misure devono essere ancor più stringenti se l’asilo dispone di una cucina interna, in cui devono essere rispettate tutte le normative sanitarie.

L’asilo di Grottaferrata: l’Asl scopre gravi indempienze

Tutto ciò non accadeva in uno dei tanti asili privati del Comune di Grottaferrata, in cui le famiglie non hanno problemi a pagare rette più alte pur di mandare i propri figli in un asilo, magari perché non avrebbero i requisiti per l’ammissione a quello comunale.

Eppure non tutti avrebbero i presupposti per stare aperti, come scoperto dagli ispettori della Asl Roma H durante i controlli effettuati presso i locali di uno di tali istituti all’epoca dei fatti. Il risultato è stato abbastanza amaro, in quanto gli incaricati del Asl hanno trovato nove bambini di età inferiore ai tre anni e sette bambini di più di tre anni tutti intenti a giocare presso gli interrati, nella più totale assenza di misure di sicurezza.

Non solo, al piano terra il giardino attrezzato risultava ostruito da barriere architettoniche e quindi difficilmente accessibile. Un incubo per bambini che a quattro anni devono potersi muovere liberamente senza il rischio di sbattere, di inciampare o di rovinare contro un ostacolo che non dovrebbe esserci in un luogo destinato proprio all’accoglienza dei bambini.

La Prefettura fa chiudere l’asilo ma i gestori si oppongono

In seguito ai controlli sopra descritti, come detto il Commissario Prefettizio emetteva un provvedimento di chiusura per l’asilo in oggetto, avverso il quale veniva proposto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio dai gestori della struttura.

Essi sostenevano che ormai, in riferimento alle modifiche da effettuare per adeguare i locali alla normativa vigente, risultava scattato il silenzio-assenso sull’autorizzazione richiesta, istituto per il quale qualora l’amministrazione non si opponga all’inizio dell’attività entro un termine determinato tale silenzio deve essere interpretato come assenso, specificando altresì che l’attività della Azienda sanitaria risultava lacunosa.

Il Tar conferma la chiusura e condanna i gestori

I giudici, tuttavia, hanno ritenuto corretto l’operato del Prefetto, confermando il provvedimento di serrata e condannando la società ricorrente al rimborso delle spese legali sostenute dal Comune per resistere in giudizio.

Del resto, deve essere ricordato che relativamente alla normativa inerente gli asili nido, questa è attualmente contenuta nella legge regionale del Lazio n. 12/2011, che ha sostituito la legge regionale n. 59/1980, portando il Lazio tra le regioni virtuose in materia di asili.

Le norme regionali del Lazio all’avanguardia

L’art. 5 prevede che la superficie interna netta dell’asilo nido, destinata agli spazi ad uso dei bambini, deve essere di almeno sei metri quadrati, con esclusione dei servizi igienici, mentre la superficie esterna è calcolata in ragione di quindici metri quadrati a bambino fino al diciottesimo e in ragione di dieci metri quadrati per ogni bambino oltre il diciottesimo.

A sua volta l’art. 6 stabilisce che ogni asilo nido debba avere un numero di posti non inferiore a venticinque e non superiore a sessanta: ai lattanti deve essere riservato, di norma, da un quarto a un sesto dei posti; in relazione a particolari esigenze locali, possono essere realizzati asili nido con diversa ricettività o diversi rapporti lattanti/divezzi. Secondo il dettato della norma possono essere costruiti anche micro asili, i quali vanno però considerati come unità aggregate a scuole materne o come nuclei decentrati di altri asili nido; anche qui devono comunque essere rispettate le norme della presente legge e realizzate le necessarie condizioni di sicurezza, igiene e funzionalità.

Un anno per adeguarsi ma l’asilo di Grottaferrata non lo fa

Dall’entrata in vigore della superiore normativa, gli asili nido privati hanno avuto a disposizione un termine di un anno, prorogabile sino a due, per adeguare le proprie strutture a quanto di nuovo previsto.

Ma evidentemente l’asilo nido di Grottaferrata chiuso dal Prefetto non è stato tra quelli che per primi sono corsi ad imbracciare la casseruola per compiere i lavori necessari.

Asili in Lazio più sicuri ma c’è ancora qualche lacuna

La nuova legge sugli asili nido ha rappresentato certamente un passo importante per la Regione Lazio, la quale, va detto, almeno per una volta si trova nelle prime posizioni in Italia, tra le regioni virtuose.

Finalmente le strutture destinate ad accogliere i bambini, persone più indifese assieme agli anziani, cesseranno di sembrare parcheggi o pollai in cui posizionarli per qualche ora fino al ritorno di genitori e parenti. Le misure obbligate relative ai metri quadrati necessari per ciascun bambino, oltre alla necessità di un educatore almeno ogni sei bambini, rendono oggi questi luoghi più vivibili e meno rischiosi.

Bene le normative, ma mancano i controlli

Volendo però interpretare la parte dell’avvocato del diavolo, va sottolineato che la normativa da sola non è mai sufficiente a garantire che le cose procedano come era nelle intenzioni del legislatore. L’Italia può senz’altro essere definito un paese caratterizzato da una certa bulimia legislativa, per cui si producono in continuazione norme, molte di più di quante non sia umano conoscere; per ogni situazione della vita soccorre una legge che ci dice cosa fare. Manca però tutta la fase successiva, ossia quella della corretta esecuzione e, soprattutto, quella dei controlli.

È inutile continuare ad imporre dover e obblighi se nessuno si fa carico delle verifiche relative al corretto adempimento di tali doveri.

La certezza di veder applicate le norme

Ciò che occorre, pertanto, assieme alle corrette discipline introdotte, è un’adeguata organizzazione dei controlli, nonché un adeguato sistema sanzionatorio che effettivamente funzioni anche da deterrente nei confronti di coloro che sono particolarmente restii al rispetto delle regole.

Solo così l’intero sistema funzionerà e saremo realmente sicuri che ciò che leggiamo in una fredda legge sia poi quello che troviamo negli asili. 

Tags: Sentenze, Grottaferrata

x

Utilizzando il sito si accettano i Cookies, dal medesimo utilizzati, secondo l'informativa consultabile.

Accetto