Truffa ai Vip : Condannato per abusivismo finanziario
Nel febbraio 2015 la quinta sezione penale della Corte di Cassazione confermava la condanna a colui che è stato ribattezzato come il Madoff dei Parioli, ossia Gianfranco Lande, riconosciuto colpevole del reato di associazione a delinquere finalizzata all’abusivismo finanziario, con un danno per i celebri clienti pari a circa 300 milioni e condannato a sette anni di reclusione.
Insomma, è proprio il caso di dire che anche i ricchi piangono. Non basta essere benestanti per essere al riparo da preoccupazioni economiche, anzi, è proprio quando il patrimonio cresce che ci si deve ben guardare da finti amici fraterni e da sedicenti grandi professionisti.
Denaro chiama denaro, l’abusivismo finanziario
Chi guadagna molti soldi, o comunque li ha guadagnati in passato nel corso della propria vita, certamente è portato a guardarsi intorno per cogliere eventuali opportunità di investimento.
Del resto, sarebbe sciocco tenere grandi somme sul proprio conto corrente aspettando che pian piano scendano e vengano consumate dall’alto tenore di vita. La scelta più saggia è di certo l’investimento; c’è chi sceglie il patrimonio immobiliare, chi sceglie di investire in start up e in nuovi progetti che gli vengono sottoposti e chi, infine, decide di affidare i propri risparmi ad una società finanziaria che, attraverso opportuni investimenti in titoli, azioni ed obbligazioni, è pronta a far lievitare le somme che le sono state affidate e a fare le gioie di quelle persone benestanti, che in questo modo potranno assicurarsi lauti guadagni.
Poi si sa, in certi ambienti, in certi circoli, i nomi che girano sono sempre gli stessi, ci si consiglia tra amici, magari tra una partita e l’altra al circolo del golf, o tra una partita di tennis e una cenetta al ristorante in cui tutti si ritrovano, in cui ci si deve recare per essere alla moda.
Samantha de Grenet tra le tante vittime di truffa ai Parioli
È così che si diffondeva il nome di Gianfranco Lande tra i nomi dei potenziali investitori, che come le api sul miele si precipitavano presso la sua azienda, una società di investimenti finanziari, per affidargli il denaro.
In breve tempo decine di residenti nel quartiere Parioli si recava presso il Lande e la sua squadra di brokers per veder proliferare i propri guadagni. Anche molti personaggi celebri decidevano di affidarsi a lui: da Enrico Vanzina a Sabina Guzzanti, dall’ex calciatore Ruggiero Rizzitelli alla showgirl Samantha De Grenet. Tutti convinti di essere in una botte di ferro e poi di colpo ritrovatisi agli onori della cronaca per essere stati i “polli” di turno da spennare.
Negli affari, pure se illeciti, non conta l’amicizia
Particolare a tal proposito la storia di Ruggiero Rizzitelli, che non era stato soltanto il classico cliente che cade nella rete e perde tutto, ma si era trasformato, o almeno così credeva, in un vero e proprio amico di Gianfranco Lande, fino a chiedergli di tenere a battesimo il figlio. Un rapporto iniziato a metà degli anni ’90 e proseguito sino all’amara scoperta della truffa; nonostante l’affetto che ormai il calciatore nutriva nei confronti dell’amico, per il Lande si era trattato sempre e solo di soldi.
Clienti ignari ma anche avventati
Il piano era semplice: si promettevano lauti guadagni negli investimenti, con buoni tassi annui e con buoni rendimenti, così da attirare potenziali investitori e appropriarsi poi delle somme.
In un primo momento i truffati non sospettavano nulla, anzi molti di loro erano rimasti ignari dell’intera vicenda fino all’arresto del Landi. Si pensi alle parole di Davide Riondini, anche lui tra i truffati, che si definiva il cliente perfetto, avendo dato i soldi e non essendosi più interessato al capitale e ai rendimenti; il soggetto ideale che non fa domande.
Le indagini e l’inchiesta si allarga: altri indagati e altri reati
Dall’attività investigativa svolta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma emergeva un quadro più ampio, in cui erano coinvolte anche terze persone oltre a Gianfranco Lande, ideatore di tutto.
Si palesava infatti anche un possibile coinvolgimento di tre funzionari della Bper dell’Aquila. Nel dettaglio Maria Gabriella Valentini, Roberto D’Alessandro e Marco Maddalena venivano accusati di non aver effettuato le obbligatorie operazioni di identificazione della clientela, nonché le operazioni antiriciclaggio, agevolando in questo modo le attività finanziarie poco chiare del Landi e dei suoi soci.
Sotto sequestro anche l’attico a Londra frutto delle truffe
Con la cooperazione dell’Autorità Giudiziaria del Regno Unito, si sottoponeva a sequestro l’attico sito in Londra, in Via Grosvenor Square, dove era stata fissata la residenza fittizia di Lande; un immobile del valore di un milione e 350 mila sterline, che, secondo l’accusa, era uno dei risultati della sottrazione di somme ai clienti e degli investimenti mai effettuati per loro conto.
L’arresto per bancarotta fraudolenta
Il superiore sequestro interveniva nel secondo filone di indagine, relativo alla bancarotta fraudolenta della società di Lande, in cui erano implicati anche i soci e per la quale il Madoff dei Parioli veniva tratto in arresto e posto in stato di custodia cautelare dal 2011.
Le varie accuse
Tra i capi di imputazione contestati, quello di associazione a delinquere, esercizio abusivo dell’attività finanziaria e ostacolo alla vigilanza della Consob, cui si aggiungeva in un secondo momento anche la bancarotta fraudolenta.
L’associazione a delinquere
Il delitto associativo, spiegato dagli Avvocati Penalisti, è previsto dall’art. 416 c.p., che sanziona con la pena da tre a sette anni coloro che, in numero di tre o più persone, si associano allo scopo di commettere più delitti, nonché coloro che promuovo o costituiscono od organizzano l’associazione. Per il solo fatto di partecipare all’associazione la pena è della reclusione da uno a cinque anni.
Le false e omesse comunicazioni per ostacolare le funzioni di controllo
Al contempo l’art. 2638 c.c. prevede che gli amministratori, i direttori generali, i dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i liquidatori di società o enti e gli altri soggetti sottoposti per legge alle autorità pubbliche di vigilanza, o tenuti ad obblighi nei loro confronti, i quali nelle comunicazioni alle predette autorità previste in base alla legge, al fine di ostacolare l'esercizio delle funzioni di vigilanza, espongono fatti materiali non rispondenti al vero, ancorché oggetto di valutazioni, sulla situazione economica, patrimoniale o finanziaria dei sottoposti alla vigilanza ovvero, allo stesso fine, occultano con altri mezzi fraudolenti, in tutto o in parte fatti che avrebbero dovuto comunicare, concernenti la situazione medesima, sono puniti con la reclusione da uno a quattro anni. La punibilità è estesa anche al caso in cui le informazioni riguardino beni posseduti o amministrati dalla società per conto di terzi.
Sono puniti con la stessa pena gli amministratori, i direttori generali, i dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i liquidatori di società o enti e gli altri soggetti sottoposti per legge alle autorità pubbliche di vigilanza o tenuti ad obblighi nei loro confronti, i quali, in qualsiasi forma, anche omettendo le comunicazioni dovute alle predette autorità consapevolmente ne ostacolano le funzioni.
La pena è raddoppiata se si tratta di società con titoli quotati in mercati regolamentati italiani o di altri Stati dell'Unione europea o diffusi tra il pubblico in misura rilevante ai sensi dell'articolo 116 del testo unico di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58.
Le condanne e lo sconto di pena
Sia il Tribunale che la Corte d’appello condannavano gli imputati.
In primo grado, il 29 giugno 2012, Landi veniva condannato a 9 anni di reclusione, che la Corte d’appello aveva poi ridotto a sette anni, escludendo l’aggravante della transnazionalità.
La Cassazione confermava i sette anni.
Come il vero Madoff… ma un pò più in piccolo
La storia della maxi truffa dei Parioli non rappresenta certo una novità nell’ambito delle truffe eseguite ai danni di persone particolarmente benestanti.
Il nomignolo dato al Landi, ossia il Madoff dei Parioli non è certo casuale. Bernard Madoff era un uomo statunitense che nel giro di qualche anno aveva messo in piedi una truffa non di poco conto. La sua impresa, la Bernard Madoff Investment Securities, incassava i soldi degli investitori e poi versava l’ammontare degli interessi maturati dai vecchi investitori con il capitale dei nuovi clienti, fino al collasso dell’intero sistema e all’arresto, per una cifra rubata intorno ai 7 miliardi di euro.
Un po’ come se esistessero in giro per il mondo tanti Robin Hood, pronti a rubare ai ricchi per diventare a loro volta ricchi.