Cinecittà: l’antenna in Via Gentile deve essere rimossa

Cinecitta elettrosmogCon una pronuncia intervenuta nel febbraio 2015 il Consiglio di Stato ha finalmente scritto la parola fine su una vicenda che va avanti nel quartiere di Cinecittà dal 2011: l’installazione di un’antenna di telefonia mobile sul terrazzo di un edificio di Via Francesco Gentile, nella zona di Cinecittà Est.

Mediante la superiore sentenza il Giudice amministrativo di secondo grado ha confermato quanto già era stato disposto un anno prima dal Tar del Lazio, respingendo gli atti di appello presentati da Wind, Ericsson e dal Comune di Roma, ossia che l’istallazione dell’antenna eseguita nel 2011 non poteva dirsi legittima, ragion per cui il posizionamento risultava senza titolo.

Una querelle che si protraeva da anni

L’intera bagarre nasceva nel 2011, quando Wind, in collaborazione con Ericsson, nell’ambito di un progetto di espansione della rete telefonica, posizionava un’antenna diretta a tal fine su un edificio sito in Via Gentile, nelle vicinanze di una scuola.

Subito si creava un vero e proprio tumulto, in reazione ad un’istallazione che si preannunciava come altamente rischiosa per i bambini che quotidianamente sarebbero stati sottoposti all’elettrosmog, ossia all’inquinamento delle onde elettromagnetiche, che come molti sanno possono essere alla base di molti problemi di salute, tra cui una più alta probabilità che insorga una malattia tumorale.

I cittadini sul piede di guerra e il ricorso al TAR

Per tali ragioni, subito dopo il posizionamento dell’impianto trasmittente, veniva creato dai cittadini del quartiere un comitato NO ANTENNA, con lo scopo di incanalare la protesta esercitata in modo pressante soprattutto dai genitori ed agire nelle sedi opportune affinché l’antenna venisse al più presto rimossa.

Checché se ne dica in merito all’indifferenza che a volte colpisce la società civile, vi sono ancora degli esempi positivi di cittadini che, con un alto senso civico, combattono delle lotte che sono di tutti noi e portano avanti le loro opinioni in maniera ferma e decisa, avvalendosi degli strumenti messi a disposizione dallo Stato democratico.

Ed è proprio ciò che hanno fatto gli abitanti di Cinecittà Est, che si sono rivolti al Tribunale Amministrativo Regionale evidenziando la troppa poca distanza intercorrente tra l’antenna e un punto sensibile come la scuola. Venivano altresì rilevate delle anomalie nell’iter autorizzativo che aveva portato il Comune a concedere la possibilità di istallare l’impianto.

Il Tar come detto, con sentenza del 27 gennaio 2014 aveva dato piena ragione al Comitato, disponendo che l’antenna venisse rimossa.

Le ragioni dei cittadini: i rischi per la salute

Del resto, per comprendere quali possano essere le conseguenze di una sottoposizione costante ad elettrosmog, è sufficiente prendere visione di un documento diffuso dall’Organizzazione mondiale della sanità sull’argomento. In tale documento si rileva come una parte degli studi effettuati abbia ammesso l’aumentare del rischio di leucemia infantile.

L’OMS ha a tal proposito riportato gli esiti di studi relativi alla cancerogenicità dei campi elettrici e magnetici statici, effettuato da un gruppo di lavoro dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, in cui i campi magnetici ELF, ossia quelli relative ad antenne telefoniche, vengono classificati come “possibilmente cancerogeni per l’uomo”. Certo, è vero che detta classificazione non è tra le più pericolose, ma è da considerarsi sufficiente per spingere dei genitori a lottare per la salute e per il futuro dei propri figli, che hanno il diritto di frequentare la scuola senza essere sottoposti ad agenti anche solo possibilmente causa di cancro.

Il Consiglio di Stato conferma la sentenza del Tar: illegitima l’installazione dell’antenna

Il secondo grado di giudizio è stato reso necessario dall’impugnazione della sentenza del Tar effettuata dalle compagnie telefoniche interessate, nonché dal Comune di Roma, che aveva rilasciato incautamente le relative autorizzazioni, contravvenendo peraltro al Protocollo d’intesa vigente per la regolamentazione della diffusione di infrastrutture di telefonia mobile sul territorio capitolino.

Anche il Consiglio di Stato ha però dato ragione ai cittadini, rigettando tutte le censure avanzate dagli appellanti.

In particolare, oltre a confermare quanto già affermato dal Tar, il Consiglio di Stato ha affermato che, in mancanza di normative specifiche in materia, andava adottato quale fonte primaria di regolamentazione proprio il suddetto Protocollo, che prevedeva il divieto di installazione di antenne telefoniche ad una distanza inferiore di cento metri dai punti sensibili, tra cui non può che essere fatta rientrare anche la scuola.

L’ira dei cittadini per l’atteggiamento del Comune di Roma

Particolarmente disprezzato dai cittadini è stato l’intervento del Comune di Roma in tale vicenda giudiziaria, in quanto non solo l’amministrazione ha concesso le autorizzazioni, ma ha anche deciso di lottare in giudizio affinchè tale scelta si installare l’antenna venisse portata sino in fondo, con buona pace dei cittadini. Tale condotta è stata inevitabilmente percepita dalla comunità come una pugnalata alle spalle; un conto è lottare contro soggetti privati che hanno come unico fine il profitto, un conto è doversi difendere anche da chi dovrebbe essere sempre al fianco del cittadino, tutelando in primis l’interesse pubblico.

Ad ogni modo, ancorché il Comitato abbia dovuto combattere contro tutti, alla fine ce l’ha fatta. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato l’antenna dovrà essere definitivamente rimossa.

Maggiore attenzione alla salute dei cittadini da parte dell'Amministrazione

A seguito delle numerose sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, che vanno ad aggiungersi a quelle sopra riportate che rappresentano solo l’ennesima presa di posizione della giustizia amministrativa sull’argomento, anche il Comune sembra esser divenuto particolarmente sensibile sul tema dell’elettrosmog.

È stata prevista all’uopo la creazione di un osservatorio sull’inquinamento elettromagnetico, di un registro delle sorgenti, nonché la mappatura di tutti gli impianti della capitale, che attualmente dovrebbero essere in numero compreso tra i 1000 e i 1500, cui vanno aggiunte altre 55 richieste di installazione ancora pendenti, secondo i dati forniti dall’assessorato all’ambiente (va riportato che ad avviso dei comitati di settore gli impianti di tal tipo sarebbero circa 5000 su tutto il territorio capitolino.

Grazie a un accordo con l'Arpa saranno inoltre avviate campagne di monitoraggio delle centraline per la misurazione dei campi elettromagnetici, i cui risultati saranno pubblicati sul sito del Comune mentre, nelle aree più esposte partiranno indagini epidemiologiche.

Quando la giusta battaglia dei cittadini obbliga l’Amministrazione a cambiare registro

Insomma, pare proprio che in Campidoglio qualcuno abbia preso atto dell’insostenibilità della situazione relativa alle antenne e, dopo un mea culpa fatto in merito alla vicenda dell’impianto di Cinecittà, abbia finalmente deciso di assumere una posizione di prima fila nella lotta ai rischi che l’elettrosmog porta con sé, specie per persone malate, anziani e bambini.

Oltre a tutte le iniziative sopra illustrate, che si spera possano dare presto i loro frutti, deve comunque ricordarsi che resta vigente il Protocollo di intesa che vieta l’installazione di antenne ad una distanza inferiore di cento metri dai punti sensibili. Lo stesso protocollo individua come tali tra gli altri gli ospedali, le scuole, le cade di cura e i ricoveri per anziani.

Non sempre accede, ma a volte anche i cittadini vincono le loro battaglie, riportando le istituzioni sulla retta via.

Tags: Sentenze, Cinecittà

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