Arrestato il proprietario della villa della perdizione ad Artena

Artena prostituzione e drogaIl 20 dicembre 2013 i Carabinieri di Artena procedevano all’esecuzione di un blitz presso un villino sito nel paese, giungendo al sequestro di alcune dosi di cocaina. Eseguivano quindi l’arresto di colui che si dichiarava essere il gestore del circolo avente sede proprio nella villa suddetta, con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, nonché con l’ulteriore accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Un circolo privato per nascondere le reali attività illecite

L’arresto sopra descritto giungeva alla fine di lunghe indagini svolte dai Carabinieri di Artena e Valmontone, che per diverso tempo avevano tenuto sotto controllo una residenza privata di Artena, formalmente sede di un circolo privato. L’uomo che lo gestiva provvedeva regolarmente alla tenuta dei registri degli associati e della documentazione idonea a dissimulare le reali attività svolte all’interno della villa, ben lontane da quelle di un circolo culturale.

Anche nel piccolo paese a sud est della Capitale vi sono uomini disposti a pagare cifre profumate per un po’ di intrattenimento femminile condito dall’assunzione di sostanze stupefacenti. Ed è proprio questo ciò che avveniva nel fantomatico circolo privato, teatro di incontri sessuali e di libero consumo di droghe.

Prestazioni sessuali a pagamento e droga in un luogo insospettabile

L’organizzatore, un cinquantenne italiano, si era assicurato i favori sessuali di alcune ragazze che poi induceva alla prostituzione nelle stanze della villa, gestendo con puntualità gli incontri e gli appuntamenti con i clienti abituali, nonché con i nuovi avventori, ed incassando le cifre profumate che questi erano disposti a pagare. Il cinquantenne si occupava poi del reperimento di sostanze stupefacenti, in particolar modo cocaina, che a sua volta rivendeva ai clienti più esigenti che, oltre al sesso, erano alla ricerca dell’ulteriore sballo fornito dalla droga.

Insomma, un bordello d’alto bordo in un luogo insospettabile. Non nei quartieri bene di Roma come i Parioli, bensì in un paesino che gli abitanti della Capitale definirebbero di montagna, molto lontano dall’immaginario collettivo di luogo della perdizione.

I primi sospetti, i controlli e le segnalazioni

Raccolte le prime informazioni, i Carabinieri di Artena, unitamente a quelli di Valmontone, hanno incominciato ad avere i primi sospetti su quell’abitazione in cui spesso vi era un via vai di automobili e di persone. Ad un primo controllo formale tutto sembrava in ordine: l’assidua frequentazione della villa andava ricondotta alla presenza di un circolo culturale, che ovviamente comportava l’arrivo sul posto di un alto numero di soggetti sempre diversi.

Se non che, ad un controllo approfondito le forze dell’ordine si avvedevano delle varie anomalie dell’intera vicenda. Gli avventori erano spesso, anzi sempre, uomini e continuavano a giungere segnalazioni in merito al consumo di droga all’interno della villa.

Alla fine un bliz per svelare le vere attività del circolo e l’arresto

Così, dopo la verosimile ricostruzione di quanto stava accadendo, i Carabinieri intervenivano con un blitz il giorno 20 dicembre 2013, durante il quale si trovarono di fronte tutte le reali attività svolte all’interno della signorile abitazione, sorprendendo uno dei clienti nell’atto di sniffare cocaina e trovando altre persone intente, ciascuna in camere diverse e in compagnia di ragazze diverse, a consumare rapporti sessuali a pagamento.

Il cinquantenne italiano veniva immediatamente arrestato e accusato di detenzione e spaccio di stupefacenti, nonché di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.

La prostituzione nel nostro ordinamento giuridico

Nel nostro ordinamento questi ultimi reati rintracciano la propria disciplina nella c.d. legge Merlin, n. 75/1958, che alla sua entrata in vigore ridisegnò le disposizioni del codice penale in materia di prostituzione.

In particolare, l’art. 3 della suddetta legge statuisce la pena della reclusione da due a sei anni e della multa da euro 260,00 a euro 10.400: 1) chiunque abbia la proprietà o l’esercizio di una casa di prostituzione o comunque la controlli, o diriga, o amministri, ovvero partecipi alla proprietà, all’esercizio, alla direzione e all’amministrazione della stessa; 2) chiunque avendo la proprietà o l'amministrazione di una casa od altro locale, li conceda in locazione a scopo di esercizio di una casa di prostituzione; 3) chiunque, essendo proprietario, gerente o preposto a un albergo, casa mobiliata, pensione, spaccio di bevande, circolo, locale da ballo, o luogo di spettacolo, o loro annessi e dipendenze o qualunque locale aperto al pubblico od utilizzato dal pubblico, vi tollera abitualmente la presenza di una o più persone che, all'interno del locale stesso, si danno alla prostituzione; 4) chiunque recluti una persona al fine di farle esercitare la prostituzione, o ne agevoli a tal fine la prostituzione; 5) chiunque induca alla prostituzione una donna di età maggiore, o compia atti di lenocinio, sia personalmente in luoghi pubblici o aperti al pubblico, sia a mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità; 6) chiunque induca una persona a recarsi nel territorio di un altro Stato o comunque luogo diverso da quello della sua abituale residenza, la fine di esercitarvi la prostituzione ovvero si intrometta per agevolarne la partenza; 7) chiunque esplichi un'attività in associazioni ed organizzazioni nazionali ed estere dedite al reclutamento di persone da destinare alla prostituzione od allo sfruttamento della prostituzione, ovvero in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo agevoli o favorisca l'azione o gli scopi delle predette associazioni od organizzazioni; 8) chiunque in qualsiasi modo favorisca o sfrutti la prostituzione altrui.

Alla pena prevista si unisce anche la perdita della licenza d’esercizio e potrà anche essere ordinata la chiusura definitiva di questo.

Quando ci si riferisce all’attività di favoreggiamento, è stato chiarito che si debba trattare di un’attività concreta che agevoli e consenta di compiere l’attività di prostituzione, ad esempio attraverso un’attività di intermediazione tra meretrice e cliente. Diversamente, si parla di sfruttamento ogniqualvolta il soggetto che agisce ricavi un profitto dalla prostituzione altrui.

A tali capi di accusa, come detto, si aggiungeva anche per il cinquantenne di Artena il delitto di detenzione e spaccio di stupefacenti, che a sua volta è previsto e disciplinato dal d. P.R. 309/1990, il quale all’art. 73 contempla la pena della reclusione da sei a venti anni e la multa da euro 26.000 a euro 260.000 per chi produce, detiene e spaccia sostanze stupefacenti.

In questi casi, ossia quando vi sia la commissione di più delitti commessi in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, trova applicazione l’istituto del reato continuato di cui all’art. 81 c.p., secondo il quale in tale ipotesi si applica la pena prevista per il reato più grave aumentata sino al triplo.

Lo sfruttamento della prostituzione: un allarme sociale spesso sottovalutato

Da un punto di vista giuridico ciò a cui va incontro un uomo che decida di dedicarsi alla gestione di quella che un tempo veniva definita una “casa chiusa” è estremamente grave. La politica repressiva di questo tipo di reati c.d. di allarme sociale che da moltissimi anni è stata adottata dal legislatore ha importato la previsione di pene molto alte e, in un caso come questo, è possibile addirittura riportare una condanna di molto superiore ai dieci anni di reclusione.

Certo, è vero che si tratta di delitti di particolare gravità, per i quali è condivisibile una linea dura, ma è altrettanto vero che deve sempre aversi riguardo alle peculiarità del caso di specie. Si pensi che non sempre la prostituta sfruttata va immaginata come una donna costretta contro la sua volontà a mettere in vendita il suo corpo; talvolta, visti anche i profitti, vi sono persone ben liete di intraprendere la professione più antica del mondo. Questo è soltanto uno degli aspetti che vanno valutati ai fini di applicare la pena più giusta e adeguata al fatto commesso.

Tags: Artena

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