Stupro e sequestro di persona a Castel Fusano

violenza sessuale a castelfusanoNell’agosto 2015 due uomini di nazionalità romena di 34 e 35 anni venivano arrestati dai Carabinieri della Compagnia di Ostia, con l’accusa di aver sottoposto a numerose violenze sessuali ed aver sequestrato per due giorni una ragazza di 24 anni di origini polacche.

Gli indagati venivano immediatamente tradotti presso la Casa circondariale Regina Coeli di Roma, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

La violenza sessuale: una barbarie senza clamore

La violenza degli uomini sulle donne è talmente frequente da non suscitare neppure più un minimo di curiosità o di stupore. Le notizie vengono date al telegiornale o sulla carta stampata en passant, senza che ci sia quel clamore che meriterebbero per la barbarie che esse rappresentano.

Se è vero che la civiltà di un popolo si può facilmente desumere dal rispetto con cui la donna è trattata, allora dobbiamo constatare che vi sono anche nella nostra società, che non senza una certa presunzione definiamo migliore rispetto ad altre aree del mondo, esistono delle lacune ancora da colmare, sacche di inciviltà che come una lama affilata squarciano di tanto in tanto quel telo che abbiamo saggiamente posto sui nostri istinti più animaleschi.

Capita fin troppo spesso di sentire storie relative alle violenze più terribili, sia psicologiche che fisiche, che nei casi più gravi portano addirittura alla morte, ma che comunque, anche in caso di esito meno nefasto, lasciano delle ferite non più cicatrizzabili nelle persone che le subiscono. Gli autori di tali condotte il più delle volte neppure immaginano che cosa stanno provocando con quella che è una soddisfazione del momento, una soddisfazione che è legata al potere esercitato per un breve lasso di tempo, idonea a quanto pare a rimpolpare sporadicamente quell’autostima che il sesso forte sembra proprio aver perso per strada.

Talvolta i fatti di violenza sono tali da far insorgere in chi ne viene a conoscenza un senso di disgusto, che lascia l’amaro in bocca per diverso tempo. Come nel caso delle violenze di Castel Fusano, perpetrate ai danni di una povera ragazza polacca che aveva la sventura di capitare nelle mani delle persone sbagliate.

La violenza sessuale, le percosse e il sequestro di persona: i fatti

La giovane ventiquattrenne la mattina del 31 luglio 2015 si stava recando presso la stazione della metropolitana di Lido Centro, dove poi attendere un autobus per recarsi successivamente nel quartiere Eur, quando veniva avvicinata da due uomini, i quali, vedendola in difficoltà, le si accostavano per offrirle un aiuto a raggiungere la sua destinazione.

La donna, in maniera molto ingenua, accettava di seguire i due in direzione Castel Fusano, dove tutto ad un tratto i due benefattori si trasformavano in un lampo in due carnefici.

Contro la sua volontà la ragazza veniva trascinata in una baracca sita all’interno della pineta di Castel Fusano, al riparo da occhi indiscreti e da possibili interruzioni. Qui iniziava la tortura: la giovane veniva violentata e picchiata ripetute volte e costretta a restare segregata nella baracca per due giorni, a disposizione degli sfizi e della lussuria dei due carcerieri.

Durante la serata del 1° agosto, approfittando di una distrazione degli uomini, la donna polacca riusciva a fuggire e a chiedere aiuto. Con evidenti segni di violenza su tutto il corpo, riusciva a raggiungere uno dei ristoranti vicini alla pineta, dove venivano immediatamente chiamati i soccorsi.

Una rapida attività investigativa che porta all’arresto degli accusati

Subito intervenivano i Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Ostia, che provvedevano ad una pronta ricostruzione dell’accaduto, non soltanto raccogliendo le dichiarazioni della vittima, ma anche leggendo la cartella clinica e gli esiti degli esami eseguiti sul corpo della donna subito dopo l’accaduto, da cui emergevano con evidenza i postumi di una violenza fisica e sessuale.

In seguito ad ulteriori accertamenti i Carabinieri riuscivano ad identificare i due uomini, peraltro già noti alle forze dell’ordine, e si attivavano immediatamente le ricerche. Uno di loro veniva rintracciato nella pineta di Castel Fusano, dove si stava nascondendo, mentre il secondo poche ore dopo veniva arrestato ad una fermata dell’autobus nei pressi della stazione metro di Lido Centro.

Non appena rintracciati, i due venivano tratti in arresto e posti a disposizione dell’Autorità presso il carcere romano di Regina Coeli, affinchè fossero interrogati dal pubblico ministero e condotti dinanzi al giudice per la convalida del fermo e l'eventuale applicazione di una misura cautelare coercitiva.

Violenza sessuale di gruppo, sequesto di persona e lesioni personali: le accuse per gli indagati

I due uomini venivano accusati di vari reati e segnatamente di violenza sessuale di gruppo, sequestro di persona e lesioni personali.

Il primo di questi è previsto e punito dall’art. 609 octies c.p., introdotto nel 1996 con la riforma effettuata ad opera della legge n. 66, il quale stabilisce anzitutto che la violenza sessuale di gruppo consiste nella partecipazione, da parte di più persone riunite, ad atti di violenza sessuale di cui all’art. 609 bis c.p.

La pena prevista per chiunque commetta atti di violenza sessuale di gruppo è quella della reclusione da sei a dodici anni, aumentata nel caso in cui sussistano le aggravanti di cui all’art. 609 ter c.p., che elenca tutte le circostanze che importano un aumento di pena nei delitti di violenza sessuale.

Diversamente, la pena è diminuita per il partecipante la cui opera abbia avuto minima importanza nella preparazione o nella esecuzione del reato.

La violenza sessuale di gruppo: un'aggravante necessaria

La violenza sessuale di gruppo è, come visto, un reato introdotto in un secondo momento nel nostro codice penale, che in origine non contemplava una simile fattispecie e per di più inseriva la violenza sessuale, anziché nei reati contro la persona, nei reati contro la morale pubblica. Si tratta di un delitto necessariamente plurisoggettivo, che non può mai configurarsi in assenza di una pluralità di soggetti agenti.

Va altresì ricordato che gli atti sessuali compiuti contro la volontà della vittima cui fa riferimento la norma, non includono soltanto ciò cui comunemente si pensa, ossia la consumazione di un rapporto sessuale completo, ma vi rientrano tutti quegli atti che in qualche modo siano connessi alla sfera sessuale dell’individuo, potendo consistere anche in semplici palpeggiamenti o sfregamenti; è un accertamento che dovrà essere effettuato di volta in volta e sarà il giudice a farlo.

Alla gravità del superiore reato, nel caso di specie si aggiungeva anche il sequestro di persona, a sua volta sanzionato dall’art. 605 c.p., che dispone che chiunque priva taluno della libertà personale è punito con la reclusione da sei mesi a otto anni. Tra l’altro, affinchè tale fattispecie sia integrata, non si richiede neppure che la privazione sia assoluta, essendo sufficienti che la persona offesa sia anche solo limitata nell’esercizio della propria libertà di autodeterminazione.

Infine, veniva contestato anche il reato di lesioni personali di cui all’art.582 c.p., secondo cui chiunque cagiona ad alcuno una lesione personale dalla quale deriva una malattia nel corpo o nella mente, è punito con la reclusione da tre mesi a tre anni.

Va detto che in casi del genere, in cui le condotte illecite integrino più fattispecie di reato e siano compiute in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, si applica l’istituto del reato continuato di cui all’art. 81 c.p., secondo il quale si applica la sola pena prevista per il reato più grave, ma il giudice può aumentarla sino al triplo.

La violenza sessuale: degrado e scarsa coscienza civile

Episodi di tal genere non hanno soltanto delle ovvie ripercussioni giuridiche, che si concretano con la necessaria inflizione di una pena; essi finiscono con l’avere anche una grave ripercussione sociale, essendo tali da indurre a credere, e anzi da indurre alla convinzione, che probabilmente non abbiamo ancora raggiunto quel livello di coscienza civile che ci impedirebbe di imporre le nostre volontà coartando il prossimo.

È anche vero però che una simile imposizione non si palesa soltanto nelle violenze sessuali, ma anche in una serie infinita di altri reati difficili da arginare.

Del resto, homo homini lupus.

Tags: Ostia

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